Continuare a puntare allo sviluppo economico con i parametri del secolo scorso può essere foriero anche di grandi catastrofi. L’emblema di un modo vecchio di concepire l’economia può essere rinvenuto nella esaltazione del PIL. Ma ormai tutti gli economisti sono ben consapevoli che tale strumento può essere fuorviante e, non a caso, l’ISTAT ha promosso l’introduzione del BES (Benessere Equo e Sostenibile).
L’ONU ha promosso l’Agenda 2030 sullo sviluppo sostenibile, mentre l’Unione Europea ha di recente emanato uno specifico piano di azione per l’economia sociale. Tale piano è articolato su tre tipologie di azione:
- creare le giuste condizioni per il successo dell’economia sociale;
- offrire alle organizzazioni dell’economia sociale delle opportunità per avviare ed espandere la loro attività;
- garantire il riconoscimento dell’economia sociale e delle sue potenzialità.
Si tratta di temi su cui la Fondazione di Comunità del Salento si è già sperimentata in passato e che ancor più dovrà sviluppare in futuro. Chi ha veramente a cuore il futuro del Salento sa che solo se si attivano processi economici adeguati alle aspettative ed alle potenzialità dei nostri giovani si possono creare i presupposti per risolvere l’intricato groviglio di problemi che attanagliano il territorio.